Secondo uno studio di coorte pubblicato sull’International Journal of Cardiology edoxaban appare associato a un minore rischio emorragico rispetto agli antagonisti della vitamina K nei pazienti con fibrillazione atriale.
L’obiettivo dello studio era confrontare i dati real life di efficacia e sicurezza in pazienti con fibrillazione atriale trattati con edoxaban rispetto a soggetti trattati con altri anticoagulanti orali.
I ricercatori hanno preso in esame una coorte di oltre 21.000 pazienti in terapia con un anticoagulante orale da gennaio 2014 a giugno 2017 e hanno valutato il rischio di andare incontro a ictus ischemico, embolia sistemica e ictus emorragico.
All’interno della coorte 1.236 pazienti assumevano edoxaban, 6.053 apixaban, 1.306 dabigatran, 7.013 rivaroxaban e 5.420 gli antigonisti della vitamina K. I rischi combinati aggiustati di ictus ischemico ed embolia sistemica erano per edoxaban significativamente inferiori (p<0,05) per ciascun confronto a coppie di edoxaban con gli altri anticoagulanti orali (hazard ratio 0,83 vs. apixaban, 0,60 vs. dabigatran, 0,72 vs. rivaroxaban, 0,64 vs. VKA).
Per quanto riguarda invece il rischio di sanguinamento edoxaban ha mostrato un minore rischio rispetto a rivaroxaban (hazard ratio 0,74) e agli antagonisti della vitamina K (hazard ratio 0,4). Non sono emerse differenze significative tra edoxaban e apixaban (hazard ratio 0,33) e tra edoxaban e dabigatran (hazard ratio 0,06).
Si conferma quindi un buon profilo di sicurezza per edoxaban.
Bibliografia
Marston XL, Wang R, et al. Comparison of clinical outcomes of edoxaban versus apixaban, dabigatran, rivaroxaban, and vitamin K antagonists in patients with atrial fibrillation in Germany: A real-world cohort study. Int J Cardiol 2022;346: 93-9. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34780886/