APP e terapie digitali
Data: Martedì 11 Maggio 2021
Intervento della Dott. ssa Ornella Fouillouze, Vice Presidente e Coordinatore Gruppo Sanità, all’interno del webinar Le App e le terapie digitali.
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Trascrizione
L’argomento delle app è un argomento che amo particolarmente perché non essendo io un medico, diversamente dalla maggior parte dei presenti, perché ho stazione informatica. Diciamo arrivo alla medicina dal mondo dell’Information Technology e quindi ho inevitabilmente un punto di vista un pochettino laterale diciamo, rispetto a quello che forse, prevalentemente, possono avere chi mi ascolta oggi. Mi sono occupata delle app praticamente da quando hanno cominciato a comparire in massa. Giusto per ripassare qualche definizione, vorrei andare peraltro molto veloce. Sono applicazioni ottimizzate per smartphone, che dal 2007 in poi ha invaso il mondo, sta nelle tasche di tutti noi, quindi sono comode da usare perché sostanzialmente sullo smartphone si vendono bene, sono scaricabili con facilità e quindi sono un oggetto facile da usare.
Il mondo della salute poi ha visto un fiorire infinito e qui sarà molto interessante poi un confronto anche con il professor Recchia, proprio su app per la salute piuttosto che digital therapeutics, che è l’evoluzione di cui poi parleremo. Mi interessa però vedere anche un filino la storia, per esempio Runantastic è una delle prime a che è diventata famosa e lo è tuttora; Fitbit ha guadagnato una grandissima notorietà e siamo sempre nel campo del fitness o degli stili di vita, se vogliamo dirla in termini un po’ più generali. Vi cito invece una nel mondo del diabete, dove peraltro ci sono moltissime app, perché comunque anche app più legate all’aspetto sanitario hanno avuto, non evidentemente i numeri di Fitbit, uno sviluppo significativo; perché le app si sono affermate? Questo è sempre un po’ il mio cavallo di battaglia perché: avendo fatto l’informatico ho ben presente che gli informatici a volte possono fare danni; perché se le applicazioni che scrivono risultano difficili per gli utenti poi alla fine non sono usate o sono sotto usate.
Le app sono un mondo che si è affermato per la semplicità, perché dovendo essere fruito da uno schermo piccolo dovevano in qualche modo badare all’essenziale; si sono affermate perché erano semplici per i pazienti, pazienti utenti, ma anche per i medici che a loro volta sono utenti come tutti gli altri e diciamo sono immersi in questo mondo. In questo mondo che ha avuto un grandissimo sviluppo a partire dagli anni 2012/2013/2014 più o meno; infatti il nostro manualetto, di cui citava poc’anzi Gian Franco, è stato edito credo nel 2015. All’inizio sembravano un po’ una scommessa, ci chiedevamo se sarebbero durate, visto che poi sul fronte della medicina c’erano tutta una serie di questioni aperte, se sarebbero state un fuoco di paglia. Di fatto c’è stato un grandissimo effetto di trascinamento, sul mondo delle app in generale, perché da un lato tutto il mondo degli stili di vita, delle diete, ha portato avanti un uso massivo, che ha fatto sì che tutti bene o male ci si sono misurati; E poi diciamo un’altra cosa, che non trascurerei, è il mondo delle banche, che con l’utilizzo delle app nell’Home Banking eccetera ha di fatto sdoganato, in parte, anche le app dal punto di vista della sicurezza.
Cosa è successo sostanzialmente? Al di là delle app alla Fitbit, che sono diciamo sostanzialmente stand-alone, tutti hanno colto, tutti i creatori di sistemi informatici hanno colto, che l’interfaccia tramite app era quella più fruibile per i loro utenti; E quindi ecco che di fatto la grande evoluzione che c’è stata in questi anni è che le app sono diventate il canale di accesso standard per le applicazioni. “Mobile First” è stato il mantra degli ultimi anni, e questo non fa che confermare quello che ho detto poc’anzi. Come vedremo nell’ultima parte, naturalmente un conto sono le app fitness e un conto sono le app che fanno, in parte, degli atti medici o che li supportano o che li coadiuvano; Perché qui diciamo entriamo in un mondo regolatorio molto più stringente, ed è questa un po’ diciamo la frontiera alla quale fare attenzione.
Adesso faccio una piccola battuta polemica, da quando abbiamo cominciato ad occuparcene, io mi sono sempre chiesta se si sarebbe arrivati a una qualche standardizzazione delle categorie di app. Questo per esempio è una categorizzazione che è stata pubblicata nel 2020 dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, ce ne sono varie altre, diciamo che non si è arrivati a una categorizzazione così precisa. Sempre dall’Osservatorio, in particolare da un incontro dell’Advisory Board, per esempio in questo grafico, questo è un’analisi sulle start up a livello internazionale di maggiore successo nel mondo sanità; Diciamo in prima battuta si occupano dell’interazione medico paziente, quindi di pazienti, raccolta sintomi ecc…
E poi ci sono alcune app che vanno per la maggiore effettivamente, su alcune patologie specifiche molto note, molto ben standardizzate nella cura, che quindi sono state anche essenzialmente supportate delle app specifiche.
Ecco un altro elemento che voglio porvi giusto, io non la conosco particolarmente, ma mi sembrava saggio citarla perché è un un’app italiana, “D-Hearth” che è comunque stata selezionata diciamo sempre dagli Osservatori del Politecnico, perché è una di quelle che sono state finanziate di più. Quindi in qualche modo la piattaforma, come si vede qui, fornisce un servizio di tele cardiologia; Il paziente può inviare il proprio ECG e avere in qualche modo suggerimenti in tempo reale. Quindi un mondo se vogliamo in grande evoluzione.
Io però ritorno un pochettino a quella che era la categorizzazione che facemmo anni fa, perché secondo me sempre lì siamo. Se io guardo le app per i pazienti, cioè quelle indirizzate ad un utente, un utente paziente, ci sono un mondo amplissimo di app per il fitness, poi ci sono un po’ di app a contenuto clinico, che si focalizzano sulle varie fasi; Molte sull’informazione e diciamo indicazioni di prevenzione, alcune sulla cura o sul follow up, ad esempio anche su una riabilitazione, un certo numero sull’aderenza per esempio all’assunzione dei farmaci. Questo è il mondo sul quale commenteremo anche l’evoluzione verso la digital therapeutics.
Poi invece c’è stato un grandissimo sviluppo, che secondo me è molto benemerito, anche se forse un po’ meno nel vostro core diciamo, che è l’insieme delle app di accesso ai servizi sanitari. Perché è diventato molto più facile per gli utenti: avere accesso ai dati del paziente, prenotare, avere referti, avere una serie di servizi dagli ospedali, ad esempio avere la pianta dell’ospedale nel caso di ospedali molto grandi e organizzati per padiglioni; queste sono abbastanza vitali per il povero cittadino che ci si ferma. Anche qui c’è stato una grande esplosione.
Non essendo io un medico, sono ovviamente meno in prima linea sulle app per i medici, però so che esistono prontuari farmacologici, linee guida online, quindi c’è un mondo diciamo che supporta il know-how medico, rendendolo facilmente fruibile via app. Ecco questo è il mondo che conosciamo fino adesso; Poi dagli anni 2017 più o meno, c’è stato un’evoluzione per cui una parte delle app, diciamo indirizzate alla cura, si sono evolute verso la cura stessa, cioè come si diceva in uno di questi titoli che ho riportato, le app diventano medicine. Mentre una medicina tradizionale ha come principio una molecola, le terapie digitale forniscono interventi guidati da software. Quindi diciamo è nato il termine “terapia digitale o Digital therapeutics” e un po’ è entrato, soprattutto, nelle regole di certificazione, perché di queste che sono medicine, diciamo così, ovviamente bisogna avere un’attenzione al trattamento che è di un altro livello, rispetto alle app che citavo di carattere un po’ più generico.
Ecco io qua faccio un’affermazione, che è tutta mia, posso essere smentita. Non essendomi occupata in modo molto specifico in questa, la mia sensazione è che all’inizio abbiamo considerato digital therapeutics esclusivamente le app che lavoravano a livello cognitivo comportamentale, quindi psicologici, il sonno, so che ce n’è una abbastanza famosa a supporto della sindrome pediatrica di ADHD, poi il concetto soprattutto, diciamo per merito o a causa di alcuni che se ne occupano e diffondono un po’ questo verbo, è stato sempre di più considerarle anche in combinazione con altri dispositivi o farmaci. Quindi ho visto citare nel mondo digital therapeutics anche delle app che tipicamente non venivano scritte lì come il monitoraggio della aderenza alla terapia e supporto alla riabilitazione. Quello che mi sembra di poter dire in realtà è che la vera discriminante è la certificazione, perchè diciamoci bene, qui di app certificate ce n’è proprio poche, anche per un banalissimo motivo. Perchè chi produce le app sono delle aziende che vengono dal settore informatico e non hanno proprio la cultura del Medical Device. Apple, che pure è in un percorso con l’FDA di pre certificazione di alcune sue app, a volte evita ed esce con applicazioni che non hanno la certificazione, ma vengono considerate usabili diciamo a supporto del medico. Ecco questo discorso della certificazione, che sono sicura sarà ben meglio approfondito da chi mi segue, è un po’ la discriminante, del resto una digital therapeutics si caratterizza per avere un processo simile a quello di un farmaco. Quindi un clinical trial randomizzato, con tutta una serie di raccolta dati, che certifichi in qualche modo il risultato.
Questa è la nuova frontiera, ed è sicuramente un’area di grandissimo interesse, anche se, mentre sulle app siamo molto avanti, se io guardo la strada fatta dal 2014 diciamo, oggi praticamente un’interfaccia app c’è per qualunque sistema; Se io invece guardo le app certificate sono veramente poche. In Germania comincia ad essere possibile prescrivere delle app.
Qui vi ho riportato per interezza una validazione delle mobile app che viene fatto in Belgio, osservo questo settore da un po’ di tempo e ho visto più di una falsa partenza, perché ad esempio agli inizi, verso il 2015, l’Inghilterra aveva fatto una grande iniziativa che era “Health Apps Library” che poi è miseramente naufragata.
Questi diciamo metodi di categorizzare e caratterizzare le app hanno i loro punti deboli.
Concludendo: Quali sono i punti di attenzione sulle app? Sempre gli stessi; Sempre gli stessi che c’erano dall’inizio. La connessione alle reti sanitarie, cioè un’app stand alone, un’app che serve ad accedere a un sistema, fa sì che le informazioni raccolte dall’utente, siano poi fruibili in un contesto ampio.
I contenuti, è chiaro che non ci si può fidare di chiunque, il discorso della sicurezza e soprattutto la certificazione che va sempre di più nella direzione dei Digital therapeutics. Credo che il lockdown non abbia fatto che aumentare la consapevolezza dell’importanza, diciamo di strumenti di tipo Digital Health, ad esempio ricette o referti o consigli;
Tutto è stato scambiato grazie a WhatsApp, che è oggettivamente l’app per la comunicazione di maggior successo che abbiamo.
Allora io ho seguito in questi anni, a livello associativo il tema delle app, ma l’ho seguito anche perché seguendo, coordinando questo premio “eHealth4all” mi trovo sostanzialmente ogni due anni a vedere una serie di situazioni.
Mi interessava raccontarvi un attimo quello che abbiamo su questo tema, così sarò anche di utilità a Gianfranco che conoscerà qualcosa in più di qualche progetto notevole che abbiamo adesso. Allora una terapia digitale, noi nel nostro premio di quest’anno, ce l’abbiamo, si chiama Covid Feel Good; ed è un protocollo cosiddetto di auto aiuto, per gestire lo stress psicologico prodotto da COVID 19 e pensate che è stato creato a febbraio 2020, qui ovviamente avete il riferimento potete vedere tutto, la cosa interessante è che è adesso nella fase di test multi-centrico su 12 paesi.
Quindi è un’iniziativa decisamente interessante, su cui ci sono già alcuni risultati che dicono, sostanzialmente, che fare questo piccolo esercizio, per due settimane con un compagno, abbassa il livello di ansia. Però come è giusto, ci vuole una validazione completa e non solo delle sensazioni, per questo c’è un trial molto significativo. Questo è condotto dal professor Riva, della Cattolica di Milano. Un’altra app che abbiamo, che dimostra come il mondo si muove anche su altro fronte è quella di “MyCUPMARCHE”; Non è la prima volta che abbiamo delle regioni che concorrono con le loro app, Gianfranco forse si ricorda è la volta scorsa avevamo app chilometro zero del Veneto che ha avuto un premio, qui di nuovo per la gestione delle vaccinazioni e dello screening, la creazione della community, la cancellazione di alcune prenotazioni ecc… Comincia a esserci un’interfaccia app che i cittadini sempre più usano, non è esclusiva, ci sono anche le altre interfacce che i cittadini usano però comincia a diventare e il livello regionale ovviamente è un livello di grande interesse per la visibilità che questo da.
Qui invece siamo in un altro campo, anch’essa secondo me è di grande interesse; è un’app che viene fruita in realtà su un tablet che è indirizzata ai sanitari, medici e sanitari in generale che fa memorizzare e gestisce, con tutti i calcoli, le scale di valutazioni cliniche come il Vertex Index, lattine e tutta una serie di scale che poi sono state utilizzate ad esempio nel protocollo dell’anca; e che fa sì che invece di trascrivere sulle solite schede, c’è una gestione completamente digitale. Questo progetto ha generato un assoluto entusiasmo da parte dei sanitari che lo usano, perché hanno visto ridursi in modo clamoroso, gli errori o anche i dati mancanti che c’erano rispetto a una gestione manuale; il dottor Marco Caligari di Maugeri, è un personaggio molto entusiasta dei risultati che ha ottenuto. L’applicazione pensate che memorizza tutte le scale, poi ovviamente ne fa un’analisi più o meno sofisticata.
L’ultima che vi voglio citare è un po’ più vicina forse a voi come tema, più vicina al mondo della cardiologia, è un’app dell’HTN, un’azienda che si occupa di monitoraggio domiciliare, genere di Fulvio Clisenti; E anche qua abbiamo un servizio, che viene utilizzato in ambito domiciliare, tramite farmacie, in ambito ospedaliero o gestite da ospedaliera con telesorveglianza domiciliare, raccoglie come potete pensare tutta una serie di dati, qua ci sono degl’elettrocardiografi di ultimissima generazione; e anche in questo caso noi vediamo un grande interesse anche da parte degli utenti, quindi fondamentalmente un successo dell’app, sia per chi la propone ma soprattutto per gli utenti che la usano. Tra l’altro, questo con gli ultimi device, permette di valutare precocemente, qui parlo da ignorante, aritmie e quindi questo è l’elemento di massimo interesse.