La redazione di CUORE e… dal 28 febbraio al 12 marzo 2022 ha proposto agli utenti del sito di partecipare a un’indagine sull’uso degli anticoagulanti nei pazienti con fibrillazione atriale (FA).
In soli 13 giorni sono state raccolte 117 risposte, mostrando una buona adesione al sondaggio da parte dei partecipanti segno che il tema della terapia anticoagulante è di grande interesse.
Con l’indagine si è cercato di valutare quale sia la preoccupazione maggiore del medico nella scelta del trattamento anticoagulante più appropriato.
È stata posta la seguente domanda: “Quale tra i seguenti argomenti la preoccupa di più nella scelta del trattamento anticoagulante più appropriato nei suoi pazienti anziani con fibrillazione atriale?”.
Il 47,86% dei partecipanti ha indicato l’insufficienza renale cronica, seguita dalla fragilità, dal rischio di caduta o deterioramento cognitivo (34,19%) e dalle interazioni farmacologiche (10,26%). Preoccupa meno invece la scarsa aderenza alla terapia indicata dal 7,69%.
Ci si è concentrati quindi sul comportamento del medico nei confronti del paziente obeso. Per quanto riguarda la somministrazione dell’anticoagulante nel paziente con fibrillazione atriale e IMC (indice di Massa Corporea) ≥40 Kg/m2, oltre il 90% dei medici concorda nel preferire un DOAC all’antagonista della vitamina K, soprattutto se l’IMC è ≥40 Kg/m2 ma inferiore a 50 kg/m2 (61,54%).
Per quanto riguarda la somministrazione della terapia nel paziente con problemi renali, oltre il 65% degli intervistati eviterebbe di prescrivere Dabigatran a dosaggio ridotto nei pazienti con GFR <30 ml/min, Rivaroxaban invece viene evitato da oltre il 16% mentre Edoxaban ed Apixaban da circa il 9%.
Coerentemente con questa risposta, la maggior parte dei medici ha dichiarato di somministrare come farmaco di scelta Edoxaban 30 mg/die (circa 53%), oppure Apixaban (oltre il 35%) in una paziente di 76 anni con fibrillazione atriale permanente, di 64 kg e con una clearance della creatinina di 27 ml/min (formula di Cockcroft – Gault). Rivaroxaban e Dabigatran sono stati indicati rispettivamente dal 7,69% e dal 3,42%.
Con le ultime due domande si è indagata l’opinione dei medici riguardo Edoxaban. Per quanto riguarda la sicurezza il 72,65% dei medici ha affermato che il farmaco è sicuro in tutti i pazienti, anche in quelli obesi e sottopeso; l’11,11% ritiene invece che sia sicuro in tutti tranne nelle persone sottopeso e il 9,4% che sia sicuro in tutti tranne negli obesi. Per meno del 7% dei rispondenti è sicuro solo nei pazienti normopeso.
Per quanto riguarda l’uso di Edoxaban nei pazienti fragili, il 58,12% dei partecipanti ha dichiarato che il farmaco è ben tollerato a dosaggio ridotto, il 39,32% lo considera ben tollerato a dosaggio standard mentre il 2,56% ritiene che Edoxaban non sia ben tollerato.