Nei pazienti in terapia con i farmaci anticoagulanti orali DOAC l’attenzione al corretto dosaggio è un elemento indispensabile.
“A volte si preferisce prescrivere un basso dosaggio anche in pazienti che non hanno le caratteristiche tipiche per questa indicazione per timore di esporli a un rischio emorragico eccessivo, ma questa scelta non è opportuna” spiega Alberto Menozzi, direttore della struttura complessa di Cardiologia dell’ospedale Sant’Andrea di La Spezia in un’intervista rilasciata a Cardioinfo- Istantanee di cardiologia.
È necessario che il medico si attenga alle indicazioni specificamente raccomandate prescrivendo il dosaggio pieno in tutti i pazienti, tranne in quelli considerati a rischio per età, peso e funzionalità renale.
Poiché i parametri da prendere in esame possono variare nel corso del tempo, è fondamentale rivalutare il paziente almeno una volta all’anno. “L’ideale” spiega ancora Menozzi “sarebbe ogni 6 mesi così da garantire una efficacia e sicurezza costanti nel tempo”.
Altro aspetto importante da non sottovalutare è il numero di compresse da assumere al giorno. Se possibile è sempre opportuno preferire una terapia che preveda una sola assunzione al dì così da semplificare e favorire l’aderenza del paziente, soprattutto se anziano.
Un aiuto in questo senso può venire anche dal packaging: per esempio un blister con l’indicazione dei giorni della settimana può semplificare ulteriormente l’assunzione di una terapia cronica in quanto aiuta il paziente a ricordare se la compressa del giorno è stata effettivamente assunta.
Bibliografia
DOAC: basso dosaggio, monosomministrazione e packaging Intervista a Alberto Menozzi 21 Febbraio 2022.